Conosciamo da vicino il mondo dei Draghetti insieme ai loro allenatori. Oggi tocca al coach under 10 Massimo Forigo.

Massimo, da quanto sei allenatore del minirugby?

Questo è il quinto anno, ho fatto tre anni in under 6 e due, con questo, in under 10. Ho cominciato ad allenare quando ancora giocavo in prima squadra, grazie a mio figlio, che iniziava appunto l’under 6. Penso sia un po’ il pensiero di tutti i giocatori quello di voler trasmettere il proprio vissuto rugbistico, che sia a bambini o a ragazzi e adulti, o comunque di far qualcosa di concreto per sostenere il club. Mio figlio ha proseguito poi con l’under 8 e per due anni non sono riuscito a seguirlo in campo, poi ho davvero sentito il bisogno, da genitore, di vederlo giocare, così ho cominciato con l’under 10.

Pensi che per i bambini sia importante vedere i genitori coinvolti attivamente nel loro mondo rugbistico?

Assolutamente sì è un’integrazione positiva, sia per i piccoli che per i grandi. Quando sono in campo do amore a tutti e chiedo rispetto a tutti, allo stesso tempo i bambini riconoscono la tua figura di allenatore. E’ importante diventare il loro eroe, un esempio, ed essere semore presenti.

Com’è allenare i bambini? Serve un approccio particolare?

Il miglior consiglio che mi son portato a casa da un corso allenatore è: il più bravo allenatore è quello che sa chi sta allenando. Puoi preparati tutti gli allenamenti del mondo, ma devi sempre valutare a chi li proponi. Ci sono bambini più predisposti a questa disciplina ai quali proporre una cosa, altri un po’ meno attivi che hanno bisogno di avvicinarsi al mondo della palla ovale in altro modo. Il rugby è uno sport di situazione e combattimento, ma con il giusto approccio, è uno sport che paga sempre. Un buon allenatore deve avere la sensibilità di conoscere chi ha davanti, a volte deve preparare allenamenti specifici anche solo per un bambino che magari ha più difficoltà. Vi assicuro che quel bambino non metterà il muso perchè ritenuto meno forte, anzi sarà felice di ricevere più attenzioni e di migliorare. Quindi, in conclusione, sta al buon allenatore trovare la giusta chiave per ciascuno.

Ultima domanda: ci sono bambine in squadra?

Sì, in under 10 abbiamo Noemi, forte, brava, una forza della natura. E poi i maschietti sono sempre felici di averla in squadra. Non è la prima bimba che ho allenato e devo dire che le femminucce sono una spanna sopra rispetto ai loro coetanei e danno una bella spinta al gruppo, proprio come la mia Noemi. Purtroppo non se vedono molte,  nella mentalità comune il rugby è ancora visto come uno sport maschile, ma le bimbe che hanno questa attitudine sono delle vere combattenti e hanno successo in questo sport. Sarebbe davvero bello averne di più in campo! In fondo non tutte le bambine sognano di praticare danza o pattinaggio, qualcuna sogna di correre con una palla ovale fra me mani.